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23 dicembre 2016

Conciati per le feste. Il tavolo per il veglione del 31 dicembre.




Ed eccoci all'ultimo appuntamento con il nuovo Master dell'Mtc, un Master che mi ha dato moltissimo in questi giorni, grazie all'idea di Flavia Galasso e dell'infaticabile Alessandra.

Flavia, maestra instancabile, donna dalle mille risorse, dalle parole giuste al momento giusto, proprio quando lo sconforto si faceva avanti. Diana Monaco la sua spalla destra.
Caterina Reviglio Sonnino, esperta nell'arte del ricevere, ha collaborato con le grandi Maison francesi come Hermès, Bernardaud e Saint Louis. Approdata ora nell'editoria con due pubblicazioni, "Madame est servie" e "Le atmosfere di Madame est servie".  


Sarò sincera, come in realtà sono sempre. Non ho mai amato trascorrere l'ultimo giorno dell'anno tra feste, danze e simili. Non fa per me e non è da me. Fin da ragazzina, con le amiche più care, ci si ritrovava a cena a casa di una di noi, tra chiacchere e gossip adolescenziali la serata passava, a noi piaceva così. Vuoi perchè Vighizzolo d'Este è un paesello di campagna e certamente i nostri genitori non avevano poi così tanta voglia di portarci in giro a feste, vuoi perchè la nebbia ha sempre limitato gli spostamenti all'essenziale. 



Crescendo le cose non sono cambiate molto o forse si...

Ora si trascorre il veglione in compagnia ed allegria, a cena dove non si sa mai a che ora inizia e tanto meno a che ora si finisce. So solo che ci si alza a fatica... Il tutto accompagnato da giochi per la gioia dei bambini... a volte anche dei grandi. Tra risate e spensieratezza, con la compagnia dei famigliari e degli amici più cari resta senza ombra di dubbio quello che amo di più.



Altra puntualizzazione. Sono cresciuta sotto l'ala protettrice di nonna Ada, ad ogni pranzo o cena il cibo doveva abbondare, l'ospite non doveva mai tornare a casa "con la fame", sarebbe stata un'eresia. L'ospite doveva andare a casa con pietanze preparate appositamente in abbondanza. 

Siamo sempre stata una famiglia abbastanza numerosa, pertanto non ho vassoi piccoli, non sono presenti nelle mie credenze. Solo grandi, come potete vedere dal tavolo del buffet.



Qui l'invito per gli ospiti ed a seguire il menù.




I colori dell'invito e del menù richiamano il bianco ed il blu del centro tavola broccante utilizzato. Che non sono altro che una brocca ed un vassoio dei vecchi tempi, quelli dei miei ricordi più belli.



Mollettone bianco tra tavola e tovaglie.
Tovaglie in tessuto damascato bianco, disposte in modo molto morbido. Qui ne ho utilizzate ben quattro. 
Piatti bianchi con bordo blu.
Bicchieri appoggiati in vassoi di acciaio.
I tovaglioli sono arrotolati su se stessi ed adagiati sopra ad un piatto.



Per un servizio a buffet vi consiglio di predisporre in abbondanza tovaglioli e bicchieri. 
Avere dei tavolini di appoggio. Possono essere utilizzati anche parti della cucina, ben sistemata ed addobbata con le stesse decorazioni del tavolo, oppure anche dei mobili del salotto. 
Ogni ospite deve avere un posto a sedere.  




Per quanto riguarda il dress code, voglio esagerare... concedetemelo almeno per questa occasione...
Ho scelto una abito lungo rosso, scarpe e pochette dorata con in abbinata una parure composta da collana, orecchini e bracciale con zaffiri blu.


Ringrazio nuovamente Flavia, Alessandra, Caterina e Diana per tutto il sostegno, aiuto e dedizione che ci hanno donato in questo Master.

Ringrazio tutte le compagne di Master, per la complicità e le risate che mi hanno regalato.

Marianna

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21 dicembre 2016

Conciati per le Feste! La tavola di Natale




Eccoci oggi a parlare della tavola di Natale, una mise en place elegante nelle tonalità del bianco e dell'oro.

Continuiamo con il nuovo Master dell'Mtc, un Master di tutto rispetto nato da un'idea di Flavia Galasso e dall'infaticabile Alessandra.
Due donne splendide che mi hanno dato la possibilità di crescere anche sotto l'aspetto del Galateo e dell'arte del ricevere, argomenti che mi hanno sempre affascinata molto.
Flavia, maestra instancabile, donna dalle mille risorse, dalle parole giuste al momento giusto, proprio quando lo sconforto si faceva avanti. Diana Monaco la sua spalla destra. 
Caterina Reviglio Sonnino, esperta nell'arte del ricevere, ha collaborato con le grandi Maison francesi come Hermès, Bernardaud e Saint Louis. Approdata ora nell'editoria con due pubblicazioni, "Madame est servie" e "Le atmosfere di Madame est servie". 


La paletta colori era già impressa nella mia mente, le idee erano chiare. Forse i colori possono sembrare scontati, ma per me non lo sono.


Elena è nata a giugno e a Natale aveva 6 mesi, era una bambolina. Ora è una bambina di 10 anni, con un caratterino tutto suo. La vestii ton sur ton. Vestito in velluto bianco, calze in caldo cotone bianche, ballerine dorate, cardigan in lana bianca con disegni beige chiaro, una fascia in testa nelle stesse nuances. Seduta sul seggiolone, vicino al nonno Erasmo. Era la sua gioia più grande e forza di vita.

Da quell'anno in poi, ogni Natale il colore di questa festa è l'oro. Sono molto tradizionalista, basti pensare che l'albero ha le stesse decorazioni di sempre, dove ogni anno se ne aggiungono di nuove per ricordare il passato ed il presente. 

Come dress code in questo invito ho messo "Un tocco di magia". 

Ognuno di noi dentro ce l'ha, molte volte è solo nascosta. Magia intesa come senso di condivisione, di gioia, di felicità. Magia non necessariamente data dai figli, la magia è dentro anche a chi non può averli o decide di non averli. Il giorno di Natale la tua presenza può essere Magia...

Ecco a voi l'invito.


Questo il menù pensato per il pranzo di Natale.


Andiamo nei dettagli della preparazione della mise en place.

Tassativamente mollettone tra tavolo e tovaglia.
Io ho usato una tovaglia bianca damascata con la caduta di 30 cm.
Sottopiatto bianco con bordo dorato.
Servizio piatti rigorosamente bianco, leggermente moderno nella forma.
Posate in acciaio.
Bicchieri in vetro sottile.
Il tovagliolo posizionato alla sinistra ripiegato su se stesso avvolto da un nastro dorato.


Per quanto riguarda il centrotavola, ho scelto una zuppiera bianca, con relativo vassoio alla quale ho aggiunto una composizione floreale

Ho messo della spugna verde per fiori freschi in ammollo in acqua fredda. Una volta affondata significa che è ben inzuppata d'acqua ed è pronta per essere modellata all'interno della zuppiera.
Ho raccolto dell'edera dal muro di casa della mia vicina. Ho creato con essa un cerchio fermandolo con del ferro e della guttaperca. Ho tagliato in senso obliquo il gambo alle rose, lasciandone circa 7-8 cm. Ho posizionato il cerchio di edera sulla zuppiera ed ho aggiunto le rose bianche, varietà Avalanche. Infine ho disposto tra l'edera dei ciuffetti di Gypsophila dorata, per richiamare il colore del tema scelto.
Mi sono avvalsa dell'aiuto e della supervisione di mio papà. 




Per quanto concerne il dress code, fisico permettendo, da padrona di casa indosserei questo vestito:

Un vestito bianco, morbido con una cintura legata morbida al fianco in beige e scarpe color oro.


Se fossi invitata ad un pranzo dove si chiede un tocco di magia al dress code mi vestirei così:



Spero che anche questa mise en place sia stata di vostro gradimento. A domani.
Marianna 
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20 dicembre 2016

Il nuovo master di Mtc. Conciati per le Feste! La tavola country per la Vigilia di Natale.


Sono felice come una bambina che scarta il regalo trovato sotto l'albero di Natale.

Ho il piacere di presentarvi il nuovo Master dell'Mtc, un Master di tutto rispetto nato da un'idea di Flavia Galasso e dall'infaticabile Alessandra.
Due donne splendide che mi hanno dato la possibilità di crescere anche sotto l'aspetto del Galateo e dell'arte del ricevere, argomenti che mi hanno sempre affascinata molto.

Flavia, maestra instancabile, donna dalle mille risorse, dalle parole giuste al momento giusto, proprio quando lo sconforto si faceva avanti. Diana Monaco la sua spalla destra. 

Caterina Reviglio Sonnino, esperta nell'arte del ricevere, ha collaborato con le grandi Maison francesi come Hermès, Bernardaud e Saint Louis. Approdata ora nell'editoria con due pubblicazioni, "Madame est servie" e "Le atmosfere di Madame est servie". 

In questo master, come in altre occasioni che mi affascinano, mi butto presa dall'euforia, dalla gioia di imparare, senza però fare i conti poi con la quotidianità e gli impegni già presi soprattutto in questo periodo dell'anno frenetico già di suo. 
Iniziano pertanto un tourbillon di idee. Mi metto con calma e controllo nelle credenze di mia mamma e nelle mie il materiale a disposizione, tento i vari abbinamenti, ordino i fiori, riporto su carta le idee per non dimenticarle per strada... e che questa nuovo percorso abbia inizio.

Ieri sera mentre tornavo a casa, pensavo a come introdurre questo post. Assorta, dicevo tra me e me, che siamo sempre molto attente a come presentiamo le nostre ricette nei nostri blog, siamo sempre alla ricerca di piatti particolari, moderni, vintage o broc. Posate sempre diverse, stoffe che si devono abbinare al contesto e a tutto quello che è il set fotografico. Siamo sempre alla ricerca delle perfezione, in questo modo il piatto presentato sarà accattivante e colpirà le future lettrici.

Perchè, allora, non usare le stesse accortezze ed attenzioni per preparare una magnifica mise en place tanto da sbalordire i nostri ospiti?

Vediamo come possiamo fare ed entriamo nel vivo di questo master.



Il nostro compito è quello di preparare tre e ripeto tre mise en place informali per le festività natalizie.
Il Cenone di Natale in stile country, il Pranzo di Natale in stile elegante ed infine un buffet in piedi per Capodanno.

Tra le tre mise en place, quella che subito mi incute terrore era ed è il buffet.

Memore dal primo Master, metto su carta idee, dettagli ed appunti vari onde evitare di creare confusione tra i vari stili e temi.

Oggi parleremo dello stile Country per la Vigilia di Natale.



... ma chi sono gli invitati della mia cena? Non avevo alcun dubbio in merito, sono le mie amiche!
Di solito si festeggia con i famigliari, parenti stretti. Ma non credete che molte volte le amiche valgono di più di tanti parenti stretti? Per me sono quelle splendide donne che a prescindere da tutto ci sono! Siamo un gruppo ben assortito, ma l'affetto che ci lega va ben oltre il significato della parola amicizia.
La Vigilia di Natale, come di consueto, ci si trova per un aperitivo accompagnato da stuzzichini vari, che poi, quasi matematicamente, potremmo definire tranquillamente cena a buffet... ci si scambiano pensierini, auguri ed un caldo abbraccio che vale oltre l'inimmaginabile. 
Ognuna di noi ha una o più cicatrici, segnate dalla vita stessa, ma quando ci ritroviamo per qualche ora spariscono. 
Pertanto, ho cercato di dare a questa mise en place, l'aspetto campestre, vintage e a volte broc che mi contraddistingue, utilizzando materiali disponibili nel mio giardino e nascosti nelle mie credenze. Fiori di facile reperibilità, per dare quella sensazione di semplicità ma mantenedo l' eleganza.

Quindi dedico alle mie carissime amiche tutto ciò. Non me ne vogliate.

Iniziamo.

Quando vogliamo invitare più persone ad una cena o ad un pranzo, è sempre opportuno spedire loro un invito, dove potranno trovare data, ora e luogo precisi. E' sempre gradito, inoltre, dare conferma o meno all'invito ricevuto. Il RSVP ne è l'abbreviazione, dal francese repondez s'il vous plait.
Il dress code scelto per questa cena conviviale è country chic.




Ora pensiamo a come sarà il menù, ponendo attenzione alle intolleranze e stili alimentari dei vostri commensali. Io per ovvi motivi ho scelto un menù di pesce che riporto qui sotto.


L'invito è stato spedito, il menù è pronto, pensiamo ora a come preparare il tavolo.

Nel mio caso ho optato per una tovaglia in cotone bianco, ricamata tono su tono, che richiamasse le decorazioni floreali presenti nei piatti di mia nonna. La tovaglia deve avere una caduta di 30 cm, cioè distanza tra tavolo e sedia. In questo modo i vostri ospiti avranno la tovaglia appena appoggiata alle ginocchia. E' buon uso utilizzare un mollettone tra tavolo e tovaglia, ponendo attenzione al colore.

Il tovagliolo può essere appoggiato alla sinistra del piatto oppure sopra di esso.
Nel mio caso ho richiamato la decorazione floreale del centro tavola.



I bicchieri vanno posizionati in alto a destra, partendo da quello più piccolo da vino a destra, poi il bicchiere per l'acqua e dietro il flute per il vino dolce, da fine pasto. L'acqua va sempre servita nelle bottiglie di vetro o cristallo (sinceramente sono oscene le bottiglie di plastica).


Il piattino pane si colloca in alto a sinistra.

Il posto tavola consiste nel sottopiatto e nel piatto piano più il piattino o il piatto fondo a seconda della portata. Nel caso fossimo sprovviste del sottopiatto, si dovrà mettere il piatto piano con piatto fondoo piattino piano. Sul sottopiatto va sempre appoggiato il piatto piano mai il piattino o il piatto fondo. Quando si dovrà servire il dessert il sottopiatto verrà tolto.

Per quanto riguarda le posate, partendo da destra si posizioneranno i cucchiai, poi i coltelli con la lama verso il piatto. A sinistra vanno posizionate le forchette, secondo l'ordine di impiego dall'esterno verso l'interno. Le posate per il dessert, cucchiaio e forchetta si dispongono in alto del piatto, in senso orizzontale, partendo dall'esterno con il cucchiaio con il manico a destra a seguire la forchetta con il manico a sinistra.

Il centrotavola più classico è senza ombra di dubbio quello floreale.
La forma e la dimensione del centrotavola devono seguire per regola forma e dimensione del tavolo stesso.
Ricordate che il tavolo deve avere spazi liberi per cestini del pane, caraffe e bottiglie di vino.
Largo spazio alla creatività, ponendo però attenzione alle regole.

Le candele si usano esclusivamente di sera, ad eccezzione del Pranzo di Natale.






Nel mio caso, per il centro tavola ho optato per una tavola di legno lunga 90 cm ricavata da un lungo listello. Con l'aiuto della pistola a caldo ho posizionato candele lunghe bianche, pigne di varie dimensione e tipologia, bacche di rosa canina raccolte nell'argine del canale, bacche varie, edera di due tonalità di verde, gypsophila dorata, anice stellato e stecche di cannella e rami di pino raccolti dal giardino.

Pertanto il mio centrotavola lo possiamo definire homemade.

Per quanto concerne il dress code non è altro che l'abbigliamento consigliato per quel determinato evento, cena o pranzo.

Come padrona di casa opterei per questo abbigliamento, morbido... proprio come le mie forme per sentirmi a mio agio durante tutta la cena.



Nel caso fossi invitata ad una cena dove sia richiesto un dress code Country chic opterei per questo, in questo caso sarebbe il caso di saperlo con largo anticipo in modo da mettermi a dieta ferrea...



Spero che la mia proprosta vi sia piaciuta... a breve il prossimo tema. Il pranzo di Natale.

Grazie Marianna




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2 dicembre 2016

Brioche ad impasto diretto con crema pasticcera al bergamotto


Mi succede spesso di stampare ricette ed ancora ricette... per poi archiviarle in raccoglitori, in colori differenti in relazione alla tipologia. Poi, dopo qualche anno di accumulo compulsivo, faccio una cernita. Le più interessanti le tengo, utilizzando magari i prodotti di stagione e se sono lievitati le riadatto per quanto riguarda quantità di lievito e tempi di lievitazione. Proprio come la ricetta che vi propongo oggi.

Erica, mi ha consigliato, qualche tempo fa un sito dove poter acquistare della frutta, verdura, spezie, fiori eduli e tantissimo altro ben di Dio, vedo che hanno il bergamotto e decido pertanto di provarlo. Beh... ragazzi mi si è aperto un mondo! lo trovo semplicemente fantastico. L'ho utilizzato per aromatizzare la crema pasticcera. Credetemi lo dovete assolutamente provare. Con i frutti rimasti ci farò senza ombra di dubbio della marmellata.

Ingredienti semplici ma che poi sprigionano sapori meravigliosi.

INGREDIENTI PER LA BRIOCHE:

250 g di farina manitoba;
250 g di Uniqua gialla del Molino della Giovanna;
250 g di latte intero fresco (+ quello per la doratura)
60 g di burro;
30 g di zucchero semolato;
3 tuorli d'uovo (+ 1 per la doratura)
4 g di lievito di birra fresco;
5 g di sale.

INGREDIENTI PER LA CREMA PASTICCERA AL BERGAMOTTO:
(Ricetta G. Fusto)

la ricetta la trovate qui.

L'unica modifica è la seguente:
Ponendo molta attenzione, prelevate dal bergamotto la buccia esterna e mettetela nel latte, portate fino quasi a bollore e spegnete. Lasciate raffreddare e fare riposare per un'ora. Riprendete poi il latte con le buccie del bergamotto portate a bollore e preparate la crema pasticcera.



INGREDIENTI PER LA FARCIA:
300 g di crema pasticcera al bergamotto;
2 mele tagliate a piccoli tocchetti;
farina di pistacchi di  Bronte.




Mettete nella ciotola dell'impastatrice munita del gancio mettere le farine, lo zucchero il lievito di birra ed azionare. Aggiungete poi il latte intero, successivamente i tuori d'uovo poi il burro ammorbidito a piccole quantità e per ultimo il sale. Fate incordare l'impasto. Adagiatelo ora in una ciotola e fatelo lievitare almeno il doppio del volume iniziale.
A livietazione terminata, dividetelo in pezzature da circa 50-60 g l'una.
Stendetelo con un mattarello, adagiateci la crema pasticcera al bergamotto, le mele a piccoli tocchetti e una spolverata di farina di pistacchi di Bronte. Arrotolate dalla parte più lunga e formate delle chiocciole. Fate lievitare nuovamente le brioche coperte da un canovaccio. Sbattete il tuorlo d'uovo rimasto con il latte e spennellate le chiocciole.
Cuocete in forno pre riscaldato a 180° e portate a cottura.

Marianna




Grazie a FruttaWeb per i prodotti eccellenti!
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Le mie mele preferite



Frequento la Val Venota da quando avevo 6 anni, erano una meta insostituibile per sfuggire alla calura estiva della Val Padana.
Percorrevamo la strada che ci separava dalla montagna con trepidazione e appena scorgevo gli alberi di mele voleva dire che eravamo quasi arrivati.
Sono tra le mie mele preferite perchè so con quanta passione e dedicazione i contadivi curino questi alberi e se li tramandino di generazione in generazione.
Il mio fornitore ufficiale di mele era già molto anziano quando io avevo 6 anni, ha lasciato gli alberi al figlio e ora sono in mano al nipote.
Non potevo non dedicare a questo splendidi frutto il mio dolce preferito una crostata con mele, cannella e fave di cacao, che trovo diano al dessert quello sprint che ci vuole.




Ingredienti per la base, stampo da 23 cm oppure 8 tampini diam 12

260 gr di farina tipo 1
mezzo cucchiaino di sale
110 gr di burro freddo di malga

Ingredienti per il ripieno
2 mele gialle Golden Val Venosta
2 mele rosse Delicious Val Venosta
2 cucchiaini di cannella macinata
6 fave di cacao sminuzzate
3 cucchiai di zucchero di canna grezzo
1 cucchiaio di latte
acqua d.b.

Lavorare la farina, il sale e il burro nella planetaria con la frusta a foglia a velocità bassa fino ad ottenere una consistenza sabbiosa.
Aggiungere 1 cucchiaio di acqua e mescolare, se necessario agiungere altri cucchiai di acqua, continuando a mescolare fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Fare attenzione ad aggiungere l'acqua, è meglio impastare ad alta velocità che aggiungere acqua.
Avvolgere il panetto di pasta ottenuto nella pellicola trasparente e lasciar riposare in frigo per almeno 1 ora.


Sbucciare, privare del torsolo e tagliare a dadini le mele.
Tritare le fave di cacao.
In una padella aggiungere le mele, 2 cucchiai di zucchero di canna, 1 cucchiaio di acqua.
Far amalgamare le mele con il resto degli ingredienti cuocendo per circa 5-6 minuti, importante che le mele restino croccanti.
Spegnere il fornello e aggiungere la granella di fave di cacao, mescolando il tutto.
Stendere la pasta con uno spessore di circa 4-5 mm, foderare lo stampo grande o degli stampini da mono porzione. Tenere da parte un po' di pasta per formare le righe di copertura
Aggiungere in ogni crostatina 1 cucchiaio di ripieno.
Con la pasta messa da parte, formare delle righe per la copertura delle crostatine.
Spennellare le righe con del latte e cospargere con lo zucchero di canna rimasto.
Scaldare il forno a 190°C, coprire le crostatine con della carta stagnola e far cuocere per 20-25 minuti.

Trascorso questo tempo togliere la carta stagnola e lasciar dorare le righe di copertura.
Quando avranno un bel colorito dorato, sfornare il tutto e lasciar raffreddare a temperatura ambiente.


Con questa ricetta partecipo al Progetto Mela Val Venosta, tra Naturalità e Bontà


Sul blog Mela Val Venosta potrete trovare tantissime gustose ricette a base di Mele.

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25 novembre 2016

Gradisci un Ti...ramisù?


Carissima May... ci sono anche io, lo so è tardissimo ma volevo contribuire con la mia interpretazione del tiramisù.

May con le sue meravigliose tapas ha stra-vinto la sfida nr.60 dell'MTChallenge e da vincitrice lancia la sfida nr. 61 con il Tiramisù, con un ma... deve essere sexy... AIUTO!!! Deve inoltre ispirarsi ad un'icona del cinema... DOPPIO AIUTO!!!

Partiamo dal presupposto che non sono un' appassionata di cinema,  proprio per niente direi. Il cinema per me vuol dire riposare... nella speranza di non essere talmente stanca da russare...

Mi permetto di puntualizzare che la parola sexy è alquanto soggettiva, quello che io reputo un gran bell'uomo,  per esempio, per te potrebbe essere tranquillamente e semplicemente un uomo senza arte né parte.

Quando un uomo mi parla, lo sguardo cade immediatamente sulle sue mani.  Per prima cosa, infatti, controllo minuziosamente quanto curate sono, per poi terminare e forse perdermi nello sguardo, il quale mi deve trasmettere emozioni, senzazioni, brividi, deve catturami insomma. Se a tutto questo abbiniamo la mia  predilezione per l'uomo calvo e dal fisico non certo statuario... potrete già intuire il mio ideale di uomo.

Ora vi dirò chi è... ma guai a voi se sento risate e sogghigni vari!!! Vi avviso.


Ragazze, gusti son gusti...

Erica e Lidia hanno tentato invano di convincermi a cambiare attore, che nulla aveva a che fare con la ricetta ideata e con gli stessi ingredienti scelti. Ma per me il legame c'era o meglio c'è e se avete pazienza ve lo spiego.

Se c'è un dolcetto che mi fa impazzire ed al quale non so proprio resistere è il marron glacé... Quindi inizio a studiare come poter creare abbinamenti e contrasti e decido che il mio tiramisù sarà con della crema di marroni e dei super golosi marron glacé. Libidine su libidine e abbinato il tutto a Luca Zingaretti allora diventa una super libidine... abbiate pietà di me!!!

Me lo immagino seduto in quella meravigliosa verandina fronte mare, quella della casa del Comissario Montalbano, il rumore del mare che fa da sottofondo, un porzione del mio tiramisù e... credo che nulla più si potrebbe volere dalla vita.

Certo poi se apro gli occhi... proprio Zingaretti non vedo ok... ma siate sincere quant'è bello sognare?



RICETTE:

STREUSEL AL CACAO:
di Maurizio Santin

140 g di farina 00;
60 g di cacao in polvere;
200 g di burro;
200 g di zucchero semolato;
200 g di farina di nocciole.

Setacciate la farina ed il cacao. Aggiungete lo zucchero e la farina di mandorle. Mettete ora il composto nella ciotola della planetaria munita della foglia. Aggiungete il burro tagliato a pezzetti ed impastate come una semplice pasta frolla. Mettete in frigo per almeno 6 ore a riposare. Riprendete l'impasto dopo il riposo e con l'aiuto di una grattugia a fori grossi cercate di ottenere il classico aspetto dello streusel. Adagiatelo negli stampi ed infornate a 160° fino a colorazione.

SAVOIARDI 
dal libro "Tradizione in Evoluzione" di Leonardo Di Carlo

180 g di albumi;
150 g di zucchero semolato;
120 g di tuorli;
150 g di farina 00 setacciata;
1 bacca di vaniglia;
zucchero a velo per lo spolvero.

Accendete il forno a 180°. Preparate le leccarde dove adagerete i savoiardi ricoprendole di carta forno. Mettete gli albumi nella planetaria e fate schiumare per circa un minuto. Aggiungete lo zucchero semolato a pioggia e montate fino ad ottenere una meringa soda e lucida.
Sbattete leggermente i tuorli d'uovo con i semini della bacca di vaniglia. Aggiungeteli, poco alla volta, mescolando dall'alto verso il basso per evitare di sgonfiare il composto.
Setacciate la farina ed aggiungetela alla montata in tre volte sempre mescolando dal basso verso l'alto.
Versate il composto in una sacca da pasticcere munita di bocchetta liscia larga 1 cm e create i vostri savoiardi. Cospargeteli ora con abbondante zucchero a velo setacciato. 
Cuocete in forno per circa 10 minuti o fino a doratura.
Prima di toglierli dalla carta forno lasciateli raffreddare.

CREMA DI MARRONI

200 g di crema di marroni;
100 g di purea di marroni;
30 g di panna;

Montate la panna e mescolatela con la crema e la purea di marroni. 

CREMA LEGGERA AL MASCARPONE E MARRON GLACE'

200 g di mascarpone;
200 g di panna;
50 g di zucchero semolato;
2 uova (100 gr)
50 gr di marron glacé tritati finemente.

Mettete le uova e la panna nella ciotola della planetaria e con la frusta iniziate a montare a velocità media. Aggiungete lo zucchero e per ultimo il mascarpone.
Continuare a montare, facendo attenzione al mascarpone, la crema deve restare lucida e non grumosa.
Aggiungete alla fine i marron glacé tritati finemente

N.B. Se tutti gli ingredienti non saranno freddissimi la crema non monterà, vi consiglio di mettere in frigo anche le fruste e la ciotola di metallo.

BAGNA AL CAFFE' E RHUM

200 ml circa di caffè;
15 g di rhum;

Preparate il caffè al quale aggiungerete successivamente il rhum. Lasciate intiepidire.



MONTAGGIO

Con l'aiuto di uno stampo perforato, adagiate per primo lo streusel al cacao. Mettete la crema di marroni all'interno di una sacca da pasticcere e con una bocchetta rigata adagiate sopra lo streusel dei ciuffi di crema. Disponete ora i savoiardi imbevuti leggermente nella bagna di caffè e rhum. Adagiate la crema leggera al mascarpone con l'aiuto del beccuccio per Sant'Honorè. Decorate con dei marron glacè e una spolverata di cacao amaro.

Purtroppo la temperatura in casa al momento del montaggio del dolce era talmente alta, quasi come essere ai tropici, mi scuso quindi se la crema al mascarpone è leggermente scesa...

Alla prossima.
Marianna

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