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29 giugno 2016

Con un lento movimento de panza





Oggi per Il Calendaro del Cibo Italiano AIFB, si festeggia la giornata nazionale del fritto di Paranza, ambasciatrice Tanya Scotto D'aniello, leggete qui il suo post.

La frittura di Paranza prende il suo nome dalla paranza che è una barca utilizzata per la pesca a strascico.




Normalmente è composta dai pesci di spina, di piccole dimensioni, come merluzzetti, triglie, sogliolette, alici.
Ma ormai tutti gli chef la personalizzano.
La paranza è il tipico piatto dell'alimentazione dei pescatori, che vendendo il pesce più grande e pregiato erano soliti consumare il pesce che rimaneva.
La storia della pesca in Italia è lunga e travagliata ed è fatta più di povertà che di tradizione.
Purtroppo i pescatori sono una razza in via di estinzione, i prezzi del pescato sono oggi proibitivi, e sono quindi stati sostituiti dai prodotti di allevamento, che sono spesso mediocri. La pigrizia e la non praticità del consumatore medio fa si che si preferiscano filetti già pronti da mettere in padella, rispetto pesce che dev'essere pulito e deliscato con molta cautela e cotto con molta delicatezza come i piccoli pesci componenti la Paranza. Ma se solo ci si allontana dai classici scampi o branzino, il minipescato ci regala profumi e fragranze di un tempo, tanto amate dai vecchi pescatori.
Oggi fortunatamente chef stellati del calibro di Moreno Cedroni, stanno riportando in auge anche questo tipo di pesci.

Questa frittura mi fa tornare alla mente, le gite a Chioggia o Porto Garibaldi quando ero piccola.
A 10 anni si poteva tranquillamente andare al mare in bicicletta, e quindi di buon mattina si partiva in gruppo e si arrivava in tempo per vedere l'atracco dei pescherecci che scaricavano le cassette di pesce fresco destinato alla rivendita e ai ristoranti e poi finalmente tutto quello che rimaneva poteva essere acquistato al dettaglio.
La frittura poi era sempre una festa per noi bambini che ci divertivamo a infarinare i pesciolini.




Ingredienti
1,5 kg pesciolini vari
300 gr Farina di riso
2 lt di olio di arachide
q.b.Sale

Procedimento
Lavare con cura tutti i tipi di pesce in acqua leggermente salata, mai in acqua dolce, quindi asciugarli con della carta assorbente.
Infarinare pochi pesci alla volta con la farina di riso, eliminando la farina in eccesso.
Mettere sul fuoco il wok oppure una casseruola con i bordi alti e versarvi l'olio. Quando sarà abbastanza caldo, fate la prova stecchino, iniziare a cuocere i pesci, tuffandone pochi alla volta.
Scolateli man mano che cuociono e posateli su un foglio di carta assorbente, in modo da far scolare l'olio in eccesso.
Servire in tavola ben calda.





Fonti
Wikipedia 
http://www.veniceboats.com/paranze-sopravissute.htm

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