28 marzo 2016
Strani incontri
Un Mare di Gusto, la manifestazione che si terrà a San Vincenzo tra circa un mese, diretta da Deborah Corsi, chef de La Perla del Mare.
Per l’occasione Cristina di Poveri Ma Belli E Buoni, ha annunciato il contest Palamita ad Arte organizzato in collaborazione con Deborah e con il Comune di San Vincenzo.
Mi sono detta, dai buttati, visto che ti piace preparare il pesce, perchè non provarci?
E quindi eccomi qui
Da strenua sostenitrice di Slow Food, cerco sempre di conoscere i prodotti che sono presidio, quindi quando ho scoperto che la Palamita è presidio Slow Food, la mia curiosità è aumentata.
Il nome scientifico è sarda sarda, è un pesce pelagico ed appartiene alla famiglia degli scombridi.
Erroneamente considerata un parente povero del tonno, ha carni sode e gustose con una punta di acidità, che possono essere cucinate in vari modi: alla griglia, in umido, in olio cottura, sottovuoto, possono essere conservate sott’olio ma può anche essere apprezzata cruda o appena scottata in stile tataki giapponese.
La Palamita è un ottimo pesce, dal grande valore nutrizionale. Il suo colore è blu scuro con riflessi verde-azzurro, attraversato da linee nere oblique. Il ventre e i fianchi sono argentati. La sua famiglia di appartenenza è il pesce azzurro, la stessa del tonno: assomiglia molto allo sgombro, ma ha il corpo più allungato. Può arrivare fino a 80 cm di lunghezza e a 10 kg di peso.
Si definiscono azzurri quei pesci che hanno il dorso blu scuro (spesso è presente anche un po’ di verde) e il ventre argentato. Generalmente abbondano nei mari italiani. I principali tipi di pesce azzurro sono: l’acciuga o alice, l’aguglia, l’alaccia, il cicerello, la costardella, la lampuga, il lanzardo, il pesce sciabola, il pesce spada, la ricciola, la sardina, lo sgombro, lo spratto, il sugherello, e infine per la famiglia dei tunnidi, il tonno, l’alaunga, l’alletterato, il biso e la palamita.
Inoltre la palamita ha un forte valore nutrizionali perché è ricca di vitamina A, fosforo, proteine e grassi del tipo Omega 3, utilissimi per la protezione del cuore e delle arterie.
Da grande consumatrice di pesce, soprattutto crudo ho pensato a due ricette una appunto cruda ed una cotta.
Qui vi presente la ricetta cotta.
Vista la stagione ho pensato di abbinare i bruscandoli ( asparagina o luppolo selvatico) nome scientifico Humulus lupulus.
Piccola passeggiata ed il mio bottino è stato abbastanza per utilizzarli con il pesce.
La pasta scelta non poteva che essere la calmarata di Gragnano, ottima con i sughi di pesce.
Ingredienti
1 Palamita di 1 kg
500 gr di calamarata rigata
100 gr di Bruscandoli freschissimi
1 cipolla piccola fresca
1/2 bicchiere di vino bianco secco
Scorza di limone
olio evo
sale e pepe
Procedimento
Iniziare pulendo il pesce accuratamente ricavandone 2 filetti.
Ricavare la polpa tagliandola a pezzetti.
Mondare e lavare i bruscandoli e tagliarli grossolanamente.
Pulire e tagliare la cipolla, metterla in padella con 2 cucchiai di olio evo e farla soffriggere a fuoco basso.
Quando il soffritto sarà pronto aggiungere i bruscandoli far saltare in padella 2 minuti, aggiungere il pesce, il vino e far evaporare.
Quando il vino sarà evaporato il sugo sarà pronto.
Essendo ingredienti freschissimi non serve molto tempo per la cottura.
Regolare di sale e pepe.
In una pentola capiente cuocere la pasta, solarla ed aggiungerla al sugo, far saltare per 30 secondi.
Impiattare aggiungendo un filo di olio evo e grattuggiare la buccia di un limone.
Servire calda.
Con questa ricetta partecipo al Contest Palamita ad Arte
Fonti: http://www.unmaredigusto.it/
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grazie cara per la partecipazione. Adoro i bruscandoli, non li ho mai abbinati alla palamita. Da provare!!
RispondiEliminaCiao
Cristina
Grazie Cristina, sei sempre gentilissima. Diciamo che è uno "strano incontro".
EliminaAlla prossima
Ciao Erica