Il Calendario del Cibo sta andando alla stra-grande... e bando alle ciance oggi con la mia ricetta partecipo alla Giornata Nazionale del Gattò di Patate, ambasciatrice Maria Di Palma.
Il gateau di patate è un piatto tipico della cucina campana, a base di patate.
Temine francese dato dalla sua origine storica, esso non è altro che una sorta di sformato, consumato anche come piatto unico dato che al suo interno contiene ingredienti vari e molto calorici e risulta, dunque, molto saziante.
Dopo varie riflessioni ho portato questa ricetta partenopea al nord adattandola con prodotti DOP delle mie zone...
Il legame con l'Altipiano di Asiago, quella che "io" definisco la mia montagna, il luogo dove rifugiarsi, dove assaporare i piatti della tradizione, formaggi dalle mille sfumature olfattive, una terra ricca di storia, mi ha portato a provare questa deliziosa ricetta.
Fin da piccola, quando i miei genitori parlavano di montagna, la montagna era Asiago, quindi i miei ricordi vagano su quelle montagne. Vogliamo parlare delle malghe? Le adoro... percorrere quel sentiero sterrato che ti porta ad assaporare formaggi fatti da casari da generazioni, vedere i loro prodotti freschi di giornata. Nel momento in cui entri in una di esse il loro profumo ti invade ed è impossibile, credetemi, non portarne a casa e continuare quella magica sensazione per alcuni giorni, quasi ad essere ancora là, dove l'aria è frizzantina, dove il rumore dei campanacci ti risuona nella testa, dove il senso di pace ti accompagna.... dove la voglia di ritornare risuona costantemente.
Il gateau di patate è un piatto tipico della cucina campana, a base di patate.
Temine francese dato dalla sua origine storica, esso non è altro che una sorta di sformato, consumato anche come piatto unico dato che al suo interno contiene ingredienti vari e molto calorici e risulta, dunque, molto saziante.
Dopo varie riflessioni ho portato questa ricetta partenopea al nord adattandola con prodotti DOP delle mie zone...
Il legame con l'Altipiano di Asiago, quella che "io" definisco la mia montagna, il luogo dove rifugiarsi, dove assaporare i piatti della tradizione, formaggi dalle mille sfumature olfattive, una terra ricca di storia, mi ha portato a provare questa deliziosa ricetta.
Fin da piccola, quando i miei genitori parlavano di montagna, la montagna era Asiago, quindi i miei ricordi vagano su quelle montagne. Vogliamo parlare delle malghe? Le adoro... percorrere quel sentiero sterrato che ti porta ad assaporare formaggi fatti da casari da generazioni, vedere i loro prodotti freschi di giornata. Nel momento in cui entri in una di esse il loro profumo ti invade ed è impossibile, credetemi, non portarne a casa e continuare quella magica sensazione per alcuni giorni, quasi ad essere ancora là, dove l'aria è frizzantina, dove il rumore dei campanacci ti risuona nella testa, dove il senso di pace ti accompagna.... dove la voglia di ritornare risuona costantemente.
INGREDIENTI per uno stampo da 16 cm:
750 gr di patate di Rotzo;
50 gr di burro di malga;
75 gr di formaggio Asiago DOP Stravecchio di malga;
35 gr di tuorlo;
45 gr di albume;
latte q.b.
PER LA FARCITURA:
50 gr di Prosciutto Crudo Veneto Berico-Euganeo (DOP);
180 gr di Asiago Dop dolce.
PER LA FINITURA:
1 tuorlo;
pangrattato.
PROCEDIMENTO:
Lessate le patate in abbondante acqua leggermente salata, sbucciatele e schiacciatele con lo schiacciapatate, aggiungete il burro, il formaggio Asiago Dop stravecchio di malga grattugiato, il tuorlo, l'albume, il prezzemolo, il pepe ed il latte quanto basta per ottenere la giusta consistenza. Assaggiate ed eventualmente aggiustate di sale.
Imburrate uno stampo da 16 di diamentro e cospargete con il pangrattato.
Distribuite una parte di composto sulla base, adagiate l'Asago Dop dolce tagliato a dadini, le fette di prosciutto crudo di Montagnana e ancora qualche dadino di Asiago. Chiudete con altro composto e livellate. A questo punto mettere la rimanenza di impasto in una sac'à poche con una bocchetta rigata e decorate la superficie.
Ma sembra una torta dolcee!! :-D Una bellissima presentazione, e una ricetta che vorrei provare. Il gattò non fa parte della mia tradizione regionale nè di famiglia e invece mi sembra un piatto unico...risolutivo.
RispondiEliminaUn abbraccio,
Alice
Alice... tu sei sempre molto gentile e cara. Sai neppure per noi è una ricetta della tradizione, ma si è sposata molto bene con i prodotti del mio territorio.
RispondiEliminaUn forte abbraccio.
Marianna
Ciao Erica, il tuo gattò e davvero bellissimo, degno di un piatto regale. Grazie per il tuo prezioso contributo e viva il Calendario. Un abbraccio, Maria
RispondiEliminaCiao Maria, granzie infinite...Sempre Viva il Calendario
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