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17 gennaio 2016

Cassoeula... vista e rivista da una veneta.




Con questa ricetta partecipo alla Giornata Nazionale della Cassoeula di cui Gianni Senaldi è ambasciatore, la storia e la ricetta le trovate sul sito di AIFB.

No... non avrei mai pensato di cimentarmi in una ricetta lombarda come questa, soprattutto a pochi giorni dalle abbuffate natalizie. Ora dovrebbe essere periodo di zuppe di ogni genere e tipologia, dovrebbe essere un periodo detox... avete capito bene... dovrebbe.

Ho pensato quindi, di alleggerirla, se così si può dire..., cuocendo prima, separatamente tutte le carni per fare in modo che la Cassoeula risulti leggermente più leggera, senza essere del tutto indigeribile.

Come ogni ricetta della tradizione ogni zona ha la sua variante, come per la provincia di Como, dove non si mettono i piedini, dalla Lomellina verso il Varesotto si prepara con la carne d'oca, mente nel pavese si usano solamente le costine.

Qui la ricetta da me provata con alcune verdure del mio orto.



Ingredienti:

1 piccola verza moretta;
cotenna di maiale circa 150 gr;
1 piedino di maiale tagliato a metà;
2 salsicce;
costine di maiale 10 circa;
1 piccola carota;
1 cipolla;
salsa di pomodoro;
sedano qb;
alloro 1 foglia;
sale e pepe qb;
olio evo e burro qb.

Per prima cosa iniziamo a fiammeggiare e pulire per bene il piedino e la cotenna per eliminare ogni residuo di setole. Potete chiedere al vostro macellaio di fiducia di farlo per voi.

Dopo averli lavati, riponeteli in una casseruolacon acqua fredda e qualche odore e fate bollire per almeno un'ora. in questo modo si ammorbidiscono e perdono una parte del loro grasso.

Metteteli da parte e tagliatela cotenna in piccoli pezzetti.

Fare dei piccoli buchetti alle salsicce e rosolatele, senza nessun condimento, su una padella antiaderente. Mettete da parte e pulite il grasso rilasciato e fate la stessa operazione per le costine.

In una grande casseruola, mettete olio e una piccola noce di burro e fate appassire la cipolla, le carote e il sedano. Ora riprendete le salsicce, le costine, la cotenna e il piedino e riponete il tutto all'interno della stessa. Aggiungete del brodo vegetale e la passata di pomodoro, fate cuocere lentamente per almeno 30 minuti.

Lavate la verza, togliete il torsolo centrale e tagliatela a striscioline ed adagiatela sopra le carni.

Coprite e lasciate cuocere per circa un'ora o fino a cottura. Riconoscerete che la vostra cassoeula sarà pronta quando le carni saranno tenere e si staccheranno dalle ossa.

Buon appetito. Marianna.




12 commenti:

  1. Grazie per aver partecipato a questa giornata e complimenti per il post e la ricetta che come tutte le ricette tradizionali trovano la vera essenza nelle varianti che ogni famiglia ha nel tempo adottato. Vi abbraccio

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    1. grazie a te Gianni per avermi fatto scoprire un piatto della tradizione che conoscevo ben poco. Un abbraccio. Marianna

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  2. Bella! "Maialosa" come piace a me! E da lumbarda, o meglio, milanesa, ci metto tutto quello che gli spetta...ahaha complimenti

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    1. Certo che ricevere un complimento da una lumbarda, come dici tu, mi riempie di gioia. Grazie mille, Marianna.

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  3. Wow, per essere veneta l'hai eseguita a meraviglia. perfino il piedino hai messo!
    Così il piatto diventa proprio quello che si faceva una volta.
    Oggi i nostri palati sono troppo disabituati a questi gusti importanti, chissà se li riprenderemo mai..
    Grazie!

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    1. Concordo con te... oramai tutti palati fini e nessuno si cimenta nei vecchi sapori di una volta, pieni di storia e gusto. Spero che i nostri giovani li riscoprano. Grazie mille. Marianna

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  4. Brava Erica, una medaglia per la 'cassoeula veneta', un modo per avvicinare i pensieri e unire l'Italia. Facciamo diventare un manifesto :-)

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  5. Bene! Da romana non mi schifo di nulla, capirai noi con il nostro quinto quarto...non ho mai mangiato al cassoeula ma lo farei molto volentieri!

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    1. Ecco adesso mi hai incuriosita con il quinto quarto... vado subito ad informarmi. Grazie Sabrina. Marianna

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  6. Grazie mille Roberta per la medaglia... detto da te poi... Un abbraccio, Marianna.

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